lunedì 15 febbraio 2016

Il buio oltre il web...Parte III

AVVERTENZE!!!
Questo post potrebbe condurvi a siti con immagini cruente e a video il cui contenuto scioccante e disturbante
 è tuttavia accessibile facilmente a tutti voi con pochi click. 
Sarà dunque solo la vostra curiosità a  completare il brivido nascosto nella parte oscura del web. 
Ma se siete giunti fin qui, avrete già letto la Parte I e la Parte II
The Shining, di Stanley Kubrick, 1980 dall'omonimo romanzo di Stephen King del 1977.

Maledetta pubblicità.

    Quante volte lo abbiamo detto? E quante lo abbiamo pensato nelle interruzioni durante un film, di un filmato su youtube o difronte agli invasivi pop-up?
    Non vi parlerò dei vituperati intervalli ma di una pubblicità del 1985 andata in onda sulle tv giapponesi.
 Quella particolarmente oscura e inquietante dei Kleenex. Per qualcuno addirittura maledetta...

    Il file originale non è più disponibile perciò lo troviamo già rimaneggiato da altri utenti del web, spesso accompagnato dall'avvertimento "non guardate dopo la mezzanotte". 
Su questo filmato sono circolate infatti storie del tipo Creepypasta, le leggende metropolitane nate sul web, di cui abbiamo già parlato nella Parte II
    Guardarlo su youtube dopo la mezzanotte infatti ci farebbe subire gli "effetti paranormali" del bambino-demone il quale stando alle dicerie della rete, sarebbe il figlio avuto dall'attrice con un demone Oni. L'attrice sarebbe in seguito stata internata per un crollo psicologico, il bambino trovato morto dopo una sorta di maleficio che avrebbe ucciso tutto lo staff al lavoro sullo spot.
    Ma cosa c'è di veramente disturbante e di scioccante in questa pubblicità? 
Niente, a parte la canzone "It's a fine day" di Jane del 1983 e il suo ancor più strano videoclip. Molti utenti trovano che la melodia sia somigliante ad una canzone folk nazista di cui però in rete non si trova traccia.
L'attrice in realtà è una celebrità giapponese, Keiko Matsuzaka ( la sua filmografia qui ) sposata con il chitarrista jazz Haru Takauchi da cui ha avuto due figlie e non sono affatto dei demoni.
    E il bambino-demone allora? Nelle intenzioni dei pubblicitari, la presenza di questo "diavoletto" imbronciato che sorride dopo aver saggiato la morbidezza dei tovagliolini, sarebbe dovuto essere un suggerimento verso il potenziale target del prodotto. 
Ma il messaggio non fu affatto efficace. 
    Il travestimento del bambino infatti più che invogliare mamme e bambini all'acquisto ha generato solo ansia, preoccupazione e persino qualche incubo agli spettatori.
Gli Oni infatti nella cultura giapponese sono demoni distruttori e portatori di sciagure, parenti stretti di quella sexy Lamù, protagonista femminile del manga, figlia del capo dei demoni Oni che si aggirava per la terra in bikini tigrato.
    Nessuna maledizione dunque, solo richiami ad una cultura a noi lontana, quella delle leggende metropolitane giapponesi, sulle quali si spera, torneremo in futuro.

   Sempre in tema di motivi musicali inquietanti e di racconti sul web, avete mai sentito parlare della "Sindrome di Lavandonia"
Si tratterebbe degli effetti collaterali derivanti dall'eccessiva e prolungata esposizione ai toni binaurali contenuti nella colonna sonora del videogioco dei Pokemon in versione verde e rossa per Gameboy, rilasciato nel 1996 in Giappone e successivamente in tutto il mondo.
Secondo alcune testimonianze, il tema sonoro del quadro di Lavandonia stimola il cervello umano dando gravi effetti psicologici sull' ascoltatore a causa di onde sonore e battimenti derivanti dai cosiddetti suoni binaurali.
Queste combinazioni sonore stimolerebbero il cervello per rilassarlo, dargli più energia o concentrazione in base alle frequenze sviluppate dall' intreccio di note prolungate che creano i cosiddetti battimenti, avvertibili solo tramite auricolari.
    I gravi effetti si sarebbero manifestati in bambini dai 7 ai 12 anni, età durante la quale la sensibilità a determinate frequenze sonore è ancora più spiccata. Le cronache dell'epoca registrarono un'ondata di emicrania, sordità parziale, insonnia e incubi. 
E ancora irritabilità, autolesionismo e tentativi di suicidio nella popolazione preadolescente del Sol Levante. 
La sindrome sarebbe persino esplosa in una serie di omicidi nell'estate del 1996. 
Centinaia di bambini giapponesi furono vittime di questi effetti.
    Che cosa c'è di vero? 
Poco o niente, tranne una fortunata serie di cartoon e relativi gadget, tra i quali videogiochi che ancora oggi continuano a vendere centinaia di copie. 
    Eppure nei forum a tema, molti utenti ancora oggi testimoniano di aver subito effetti collaterali da questi videogiochi...

Maledetti cartoni animati

    Esiste una soglia di età oltre alla quale scegliamo di non guardare più i cartoni animati. 
I cartoons sono colorati e divertenti, un tipico passatempo per bambini direte voi.
E invece vi sbagliate. 
Provate a guardare un cartone animato di oggi con la vostra consapevolezza ed esperienza. 
Leggerete di sicuro qualcosa di più profondo che un semplice svago per i vostri pargoli.
    In ogni cartone animato c'è sempre un richiamo inconsapevole al mondo degli adulti che li realizzano per i più piccoli.
Sesso, denaro, potere e ogni sorta di abiezione del genere umano sono lì sotto traccia. Insieme al disagio, la malattia e la morte. 
Messaggi che i bambini non riescono a filtrare immediatamente ma che influiscono sul loro processo di crescita.
    Ma non staremo a parlare a lungo di questi aspetti. Più o meno.

  Questo è "Agamennon Counterpart", un cartoon sotto effetto lisergico condito da una storia degna da film horror.
Un filmato di appena un minuto e mezzo in cui il nonsense si spinge oltre ogni possibilità di comprensione. Guardarlo per intero è una sfida contro sè stessi e il proprio udito. 
Nell'introduzione si fa cenno ad una videocassetta (il video risale al 2003) ritrovata nel 2571 nel cumulo di macerie di un certo pianeta blu, forse la terra.     
    "Quello che stai per visionare non sarà il contenuto di suddetta videocassetta- si legge ancora sulla schermata introduttiva- questo video è una registrazione del tutto differente"
Dopo la dissolvenza parte un sottofondo incalzante di musica funk anni '70 e sullo sfondo di un paesaggio collinare con una stradina centrale spuntano un sole pulsante e la scritta "Let's make a new friend (facciamoci un nuovo amico)" mentre a sinistra e a destra compaiono due disturbanti mostriciattoli saltellanti che sembra vogliano sbucare fuori dallo schermo.
   Ma immediatamente la musica viene coperta da urla strazianti e compare a tutto schermo il volto senza occhi nè naso di un ragazzino. Da questo momento in poi il video è davvero raccapricciante, non per le immagini ma per il sonoro. 
Infatti le urla si fanno sempre più forti e sembrano essere quelle di un uomo sotto tortura sullo sfondo di una marea di occhi e di un cielo lisergico sul quale improvvisamente si alternano il volto del ragazzo e la testa di un dragone cinese in un deformato caleidoscopio.
Ovviamente la reazione del web non si è fatta attendere e con essa le ricostruzioni fantasiose dei possibili significati.
    Per lungo tempo su forum e chat è circolata la versione della misteriosa videocassetta ritrovata che originariamente conteneva le scene dello stupro e l'uccisione di una giovane studentessa giapponese rapita da due ragazzi membri di una setta satanica. 
Per cancellare il nastro poi, i rapitori avrebbero registrato sulla stessa cassetta un cartone animato, ma qualcosa nel videoregistratore non ha funzionato a dovere e il sonoro sarebbe quello originale. 
    Forse i rapitori presi dal rimorso si sarebbero a loro volta suicidati e la polizia avrebbe ritrovato la registrazione.
 Nulla di tutto questo, ovviamente.
Il video è realizzato da un certo Dave D2K1, probabilmente uno studente.
Se volete invece guardare qualcosa di veramente particolare e per certi versi istruttivo sulla controcultura e la mistica degli anni '70, ascolterete anche al minuto 29 del documentario Cries from Within le urla di sottofondo presenti nel video. 
La musica iniziale invece è di un film del 1976 intitolato "The Human Tornado"
  E che cosa può spingere invece il gioioso Mickey Mouse al suicidio?
    Si tratta ovviamente di un altro creepypasta. 
 Per lungo tempo è circolato in maniera virale come una vera produzione di Walt Disney degli anni '30 censurata all'epoca e ritrovata ai giorni nostri. Una sorta di Topolino noir mai pubblicato che viveva il disagio della crisi del '29 fino all'estrema scelta di togliersi la vita. In realtà un fake dei giorni nostri.
    Il suicidio dei personaggi dei cartoni animati per bambini è un argomento caldo per il popolo del lato oscuro del web.
Infatti, si possono trovare con facilità i filmati (ovviamente falsi) del suicidio di Squiddi, oppure quello molto più divertente di Spongebob che canta i Black Sabbath.  

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