martedì 26 gennaio 2016

E' proprio necessario?

Non legge più nessuno.
E c'è ancora qualcuno che scrive?
Per anni ho scritto a mano.
Catturavo porzioni di realtà per raccontarle sulla stampa.
Comprimevo i fatti in stringhe asciutte.
Ma non mi sentivo abbastanza rapido e diretto.
O meglio, la stampa non lo era più.
Le esperienze già viaggiavano alla velocità del pensiero e con esse i fatti.
"A cosa stai pensando?" è la domanda che ci fa Facebook.
Ma tutti noi lo usiamo per distrarci, al massimo ficcando il naso negli affari altrui.
E mentre cerchiamo di non fare caso alla realtà, essa accade.
Così perdiamo di vista sfumature, odori, millimetri, gocce, farfalle, gatti, occhi.
Le cerchiamo invece nei pixel dei nostri schermi digitali.
Ma è tutto così effimero, volatile.
Le parole sembrano non avere più il giusto peso, le foto non si contano più.

"Word Falling, Photo Falling" è l'esplosivo mantra di W.S. Burroughs
che mi rimbomba nella mente di fronte allo scorrere di centinaia di post. 
Tutte le vostre realtà a portata di mano.
Eppure così effimere e irraggiungibili.
Possibile che conosca i vostri "pensieri" ma non sappia come la pensate?
E che vi veda più sullo schermo che in giro per strada?
Non scrive più nessuno.
E c'è ancora qualcuno che legge?
Allora io voglio aprire un blog.
Per tornare a scrivere dove qualcuno vorrà tornare a leggere.
E tu, a cosa stai pensando?

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