mercoledì 17 febbraio 2016

Il buio oltre il web...Parte IV

What's the frequency, Kenneth?

Che cosa c'è di più rassicurante della tv accesa sul tuo programma preferito?
E se questa sicurezza venisse improvvisamente a mancare?
Siamo noi a guardare la tv o è lei che guarda noi?

Breaking Bad di Vince Gillian, Usa 2008-2013
    Lo scorso 15 febbraio 2016, sui canali della Pay tv Sky è apparso un messaggio che ha rapidamente mandato nel panico migliaia di italiani. "Dal 28 febbraio la visione dei canali Sky sarà interrotta. Chiamaci 800 180 916". 
Tutti gli abbonati si sono catapultati al telefono in preda all'ansia.
E dall'altra parte del filo nessuna risposta rassicurante.
Il segnale di occupato, il messaggio "il numero da lei chiamato è inesistente" , strane interferenze o una linea muta. Le telefonate si sono riversate quindi sui numeri verdi dell'assistenza dedicata. 
E tutto questo traffico ha mandato in tilt i centralini che in breve tempo sono diventati anch'essi irrintracciabili. 
Intanto, la banda blu con la scritta di "fine delle trasmissioni" imperversava sugli schermi di molte case italiane con la sua perentoria fissità, facendo montare l'ansia minuto dopo minuto.
    I giornali l'indomani parleranno di una vera ondata di panico di milioni di abbonati.
A poche ore dal messaggio però, dal suo sito internet, Sky ha rassicurato che si trattava di un semplice disguido tecnico, indicando all'utenza una semplice procedura per eliminare quella tediosa scritta.
L'azienda ha da subito smentito un attacco informatico anche se molti abbonati telefonando al numero in sovraimpressione riferiscono di non aver trovato un call center.
Con grande sorpresa dall'altra parte si sentivano le voci di altri utenti che chiamavano per lo stesso problema.
In pratica ci si chiamava a vicenda.
    Come andrà a finire questa strana storia? 
Sapremo mai la verità?
Attacco informatico o interferenza?
Terminato il panico iniziale, Sky ha subito archiviato la pratica.

   
Max Headroom Incident
Per puro caso a qualcuno può tornare in mente il caso dell' Incidente di Max Headroom, il primo atto di pirateria televisiva mai registrato nella storia, trasmesso a Chicago, la sera e la notte del 22 novembre 1987.

    Gli strani e criptici messaggi di un uomo mascherato come il protagonista del telefilm furono mandati in onda in due distinte trasmissioni: la prima all'ora di cena durante il notiziario del canale 9 e la seconda intorno alle 23 sul canale 11 che stava trasmettendo la serie Doctor Who
   Le interferenze, rispettivamente di 25 e 90 secondi furono viste distintamente dagli spettatori che restarono di sasso di fronte ad una serie di criptici messaggi dal contenuto ironico e satirico. Ovviamente i responsabili non furono mai rintracciati.

La Fabbrica di cioccolato, Tim Burton Usa 2005

    Le interferenze, la radio, il panico...
Nel settembre 1994 usciva "What's the frequency, Kenneth?"  il primo singolo dell'album-capolavoro Monster dei R.e.m. Sentire il riff distorto della canzone uscire fuori dalla Jag-stang appartenuta a Kurt Cobain era un richiamo irresistibile per alzare il volume della radio. 
    Ma che cosa dice quella canzone?
Il testo parla di frequenze irraggiungibili, di onde radio e interferenze.
A me è tornato in mente quel racconto di Stephen King nel quale il protagonista era impazzito perché sentiva rimbombare segnali radio nella sua testa a causa di una placca di metallo che aveva nel cranio dopo un incidente. 
 E infatti la canzone parla di uno strano caso di "controllo della mente" tramite onde radio e di un omicidio nel cuore di New York.
    Nell'ottobre del 1986 a Manhattan, il giornalista della CBS Dan Rather mentre rientrava a casa, fu assalito alle spalle, atterrato e colpito più volte da un uomo che gli urlava: "Qual'è la frequenza, Kenneth?". 
    Ad aggredire il giornalista, si scoprirà più tardi, fu un certo William Tager, un folle che si aggirava per i quartieri alti della grande mela urlando strane cose sulla fine del mondo e ripetendo "qual'è la frequenza, Kenneth?". Il fatto, che pure ebbe una certa eco sui media, fu dimenticato fino al 1994, anno in cui l'aggressore fu accusato per aver sparato e assassinato al grido "What's the frequency, Kenneth?" il macchinista della NBC Campbell Montgomery.
Tager fu incarcerato con una condanna a 25 anni.
Quell'interrogativo "What's the frequency, Kenneth?" diventò una frase idiomatica e la vicenda colpì molto Michael Stipe che scrisse la sua hit ispirandosi alle cronache dell'epoca.
    Fu durante la detenzione che l'assassino William Tager confessò al suo psichiatra che la televisione, stava inviando segnali radio nella sua testa, controllandolo giorno e notte.
Si sentiva braccato da continui segnali che lo pilotavano come un automa, facendogli compiere azioni fuori dalla sua volontà e dal suo controllo.
Egli era inoltre convinto che solo disattivando la giusta frequenza si sarebbe liberato dalla morsa del controllo della sua mente.
E si sarebbe liberato da quelle voci nella sua testa.
La sua ricerca furiosa del segnale però lo rese protagonista di un'aggressione e di un omicidio.
Fu rilasciato sulla parola nel 2010. 
Ma ancora non sa qual'è la frequenza...

Contact di Robert Zemeckis, Usa 1997 dall'omonimo romanzo di Carl Sagan del 1985
   Siamo davvero noi a guardare la tv e ad ascoltare la radio? 
A partire dalla prima guerra mondiale e dai primi anni della Guerra fredda, fino quasi ai giorni nostri, centinaia di radioamatori in tutto il mondo hanno ascoltato con curiosità ed attenzione dei particolari e misteriosi segnali in onde corte: le numbers station. 
    Con potenti apparati radio, alle giuste frequenze, in molti hanno classificato una serie di segnali provenienti da ogni parte del mondo. Le trasmissioni iniziano con una melodia, poi una voce recita una serie di numeri e va avanti per ore. A volte i messaggi sono in codice morse, a volte si sentono solo dei fruscii, delle scariche e dei rumori di fondo.
    Una delle più famose è Lincolnshire Poacher che invia il suo segnale presumibilmente dall'isola di Cipro a partire dal 1970. Dopo l'iniziale melodia della canzone folk inglese, parte una voce femminile da un registratore. Il segnale è andato in onda su tre diversi canali fino al 2008, si pensa ad opera dei servizi segreti britannici.
    Dalla Germania dell'est invece arriva la Gong Station. I numeri, recitati ad alta voce da una donna tedesca sono preceduti da un suono di campane e dall'esortativo segnale "Achtung!".
    La più spaventosa è sicuramente la polacca Swedish Rhapsody che dal 1950 al 1998 ha trasmesso, dopo un carillon stonato la voce di una bambina che "dà i numeri" in tedesco con una voce che fa rizzare i capelli in testa (per chi ce li ha ancora tutti). 
    Il fenomeno non è solo europeo ma oltreoceano si è registrata la statunitense Cynthia Station con la ormai consueta voce femminile.
    Dalla Russia invece la stazione militare Uvb-76, chiamata Buzzer Station. La stazione, ancora oggi attiva, trasmette dei ronzii intervallati ad una voce che usa il codice militare russo denominato Monolyth. 
    Quale spiegazione dare al fenomeno?
La soluzione più immediata è quella dello spionaggio bellico.
A confermare questa ipotesi, il caso della stazione cubana Atenciòn al centro di una rete di spionaggio, i cui messaggi furono decodificati a seguito dell'irruzione dell' Fbi nell' appartamento usato come nascondiglio dalle spie. Lì furono trovati i codici per decodificare le cifre numeriche e interpretati una serie di messaggi.
La radio venne silenziata nel 1998. 
    E' questa l'unica soluzione possibile?

Vai alla Parte I
Leggi anche la Parte II
Non perdere la Parte III

CONTINUA...


lunedì 15 febbraio 2016

Il buio oltre il web...Parte III

AVVERTENZE!!!
Questo post potrebbe condurvi a siti con immagini cruente e a video il cui contenuto scioccante e disturbante
 è tuttavia accessibile facilmente a tutti voi con pochi click. 
Sarà dunque solo la vostra curiosità a  completare il brivido nascosto nella parte oscura del web. 
Ma se siete giunti fin qui, avrete già letto la Parte I e la Parte II
The Shining, di Stanley Kubrick, 1980 dall'omonimo romanzo di Stephen King del 1977.

Maledetta pubblicità.

    Quante volte lo abbiamo detto? E quante lo abbiamo pensato nelle interruzioni durante un film, di un filmato su youtube o difronte agli invasivi pop-up?
    Non vi parlerò dei vituperati intervalli ma di una pubblicità del 1985 andata in onda sulle tv giapponesi.
 Quella particolarmente oscura e inquietante dei Kleenex. Per qualcuno addirittura maledetta...

    Il file originale non è più disponibile perciò lo troviamo già rimaneggiato da altri utenti del web, spesso accompagnato dall'avvertimento "non guardate dopo la mezzanotte". 
Su questo filmato sono circolate infatti storie del tipo Creepypasta, le leggende metropolitane nate sul web, di cui abbiamo già parlato nella Parte II
    Guardarlo su youtube dopo la mezzanotte infatti ci farebbe subire gli "effetti paranormali" del bambino-demone il quale stando alle dicerie della rete, sarebbe il figlio avuto dall'attrice con un demone Oni. L'attrice sarebbe in seguito stata internata per un crollo psicologico, il bambino trovato morto dopo una sorta di maleficio che avrebbe ucciso tutto lo staff al lavoro sullo spot.
    Ma cosa c'è di veramente disturbante e di scioccante in questa pubblicità? 
Niente, a parte la canzone "It's a fine day" di Jane del 1983 e il suo ancor più strano videoclip. Molti utenti trovano che la melodia sia somigliante ad una canzone folk nazista di cui però in rete non si trova traccia.
L'attrice in realtà è una celebrità giapponese, Keiko Matsuzaka ( la sua filmografia qui ) sposata con il chitarrista jazz Haru Takauchi da cui ha avuto due figlie e non sono affatto dei demoni.
    E il bambino-demone allora? Nelle intenzioni dei pubblicitari, la presenza di questo "diavoletto" imbronciato che sorride dopo aver saggiato la morbidezza dei tovagliolini, sarebbe dovuto essere un suggerimento verso il potenziale target del prodotto. 
Ma il messaggio non fu affatto efficace. 
    Il travestimento del bambino infatti più che invogliare mamme e bambini all'acquisto ha generato solo ansia, preoccupazione e persino qualche incubo agli spettatori.
Gli Oni infatti nella cultura giapponese sono demoni distruttori e portatori di sciagure, parenti stretti di quella sexy Lamù, protagonista femminile del manga, figlia del capo dei demoni Oni che si aggirava per la terra in bikini tigrato.
    Nessuna maledizione dunque, solo richiami ad una cultura a noi lontana, quella delle leggende metropolitane giapponesi, sulle quali si spera, torneremo in futuro.

   Sempre in tema di motivi musicali inquietanti e di racconti sul web, avete mai sentito parlare della "Sindrome di Lavandonia"
Si tratterebbe degli effetti collaterali derivanti dall'eccessiva e prolungata esposizione ai toni binaurali contenuti nella colonna sonora del videogioco dei Pokemon in versione verde e rossa per Gameboy, rilasciato nel 1996 in Giappone e successivamente in tutto il mondo.
Secondo alcune testimonianze, il tema sonoro del quadro di Lavandonia stimola il cervello umano dando gravi effetti psicologici sull' ascoltatore a causa di onde sonore e battimenti derivanti dai cosiddetti suoni binaurali.
Queste combinazioni sonore stimolerebbero il cervello per rilassarlo, dargli più energia o concentrazione in base alle frequenze sviluppate dall' intreccio di note prolungate che creano i cosiddetti battimenti, avvertibili solo tramite auricolari.
    I gravi effetti si sarebbero manifestati in bambini dai 7 ai 12 anni, età durante la quale la sensibilità a determinate frequenze sonore è ancora più spiccata. Le cronache dell'epoca registrarono un'ondata di emicrania, sordità parziale, insonnia e incubi. 
E ancora irritabilità, autolesionismo e tentativi di suicidio nella popolazione preadolescente del Sol Levante. 
La sindrome sarebbe persino esplosa in una serie di omicidi nell'estate del 1996. 
Centinaia di bambini giapponesi furono vittime di questi effetti.
    Che cosa c'è di vero? 
Poco o niente, tranne una fortunata serie di cartoon e relativi gadget, tra i quali videogiochi che ancora oggi continuano a vendere centinaia di copie. 
    Eppure nei forum a tema, molti utenti ancora oggi testimoniano di aver subito effetti collaterali da questi videogiochi...

Maledetti cartoni animati

    Esiste una soglia di età oltre alla quale scegliamo di non guardare più i cartoni animati. 
I cartoons sono colorati e divertenti, un tipico passatempo per bambini direte voi.
E invece vi sbagliate. 
Provate a guardare un cartone animato di oggi con la vostra consapevolezza ed esperienza. 
Leggerete di sicuro qualcosa di più profondo che un semplice svago per i vostri pargoli.
    In ogni cartone animato c'è sempre un richiamo inconsapevole al mondo degli adulti che li realizzano per i più piccoli.
Sesso, denaro, potere e ogni sorta di abiezione del genere umano sono lì sotto traccia. Insieme al disagio, la malattia e la morte. 
Messaggi che i bambini non riescono a filtrare immediatamente ma che influiscono sul loro processo di crescita.
    Ma non staremo a parlare a lungo di questi aspetti. Più o meno.

  Questo è "Agamennon Counterpart", un cartoon sotto effetto lisergico condito da una storia degna da film horror.
Un filmato di appena un minuto e mezzo in cui il nonsense si spinge oltre ogni possibilità di comprensione. Guardarlo per intero è una sfida contro sè stessi e il proprio udito. 
Nell'introduzione si fa cenno ad una videocassetta (il video risale al 2003) ritrovata nel 2571 nel cumulo di macerie di un certo pianeta blu, forse la terra.     
    "Quello che stai per visionare non sarà il contenuto di suddetta videocassetta- si legge ancora sulla schermata introduttiva- questo video è una registrazione del tutto differente"
Dopo la dissolvenza parte un sottofondo incalzante di musica funk anni '70 e sullo sfondo di un paesaggio collinare con una stradina centrale spuntano un sole pulsante e la scritta "Let's make a new friend (facciamoci un nuovo amico)" mentre a sinistra e a destra compaiono due disturbanti mostriciattoli saltellanti che sembra vogliano sbucare fuori dallo schermo.
   Ma immediatamente la musica viene coperta da urla strazianti e compare a tutto schermo il volto senza occhi nè naso di un ragazzino. Da questo momento in poi il video è davvero raccapricciante, non per le immagini ma per il sonoro. 
Infatti le urla si fanno sempre più forti e sembrano essere quelle di un uomo sotto tortura sullo sfondo di una marea di occhi e di un cielo lisergico sul quale improvvisamente si alternano il volto del ragazzo e la testa di un dragone cinese in un deformato caleidoscopio.
Ovviamente la reazione del web non si è fatta attendere e con essa le ricostruzioni fantasiose dei possibili significati.
    Per lungo tempo su forum e chat è circolata la versione della misteriosa videocassetta ritrovata che originariamente conteneva le scene dello stupro e l'uccisione di una giovane studentessa giapponese rapita da due ragazzi membri di una setta satanica. 
Per cancellare il nastro poi, i rapitori avrebbero registrato sulla stessa cassetta un cartone animato, ma qualcosa nel videoregistratore non ha funzionato a dovere e il sonoro sarebbe quello originale. 
    Forse i rapitori presi dal rimorso si sarebbero a loro volta suicidati e la polizia avrebbe ritrovato la registrazione.
 Nulla di tutto questo, ovviamente.
Il video è realizzato da un certo Dave D2K1, probabilmente uno studente.
Se volete invece guardare qualcosa di veramente particolare e per certi versi istruttivo sulla controcultura e la mistica degli anni '70, ascolterete anche al minuto 29 del documentario Cries from Within le urla di sottofondo presenti nel video. 
La musica iniziale invece è di un film del 1976 intitolato "The Human Tornado"
  E che cosa può spingere invece il gioioso Mickey Mouse al suicidio?
    Si tratta ovviamente di un altro creepypasta. 
 Per lungo tempo è circolato in maniera virale come una vera produzione di Walt Disney degli anni '30 censurata all'epoca e ritrovata ai giorni nostri. Una sorta di Topolino noir mai pubblicato che viveva il disagio della crisi del '29 fino all'estrema scelta di togliersi la vita. In realtà un fake dei giorni nostri.
    Il suicidio dei personaggi dei cartoni animati per bambini è un argomento caldo per il popolo del lato oscuro del web.
Infatti, si possono trovare con facilità i filmati (ovviamente falsi) del suicidio di Squiddi, oppure quello molto più divertente di Spongebob che canta i Black Sabbath.  

...Continua a leggere...

martedì 2 febbraio 2016

Mazze maniche? Col cavolo!

    Nonostante sia ormai febbraio, le temperature di questi giorni sono primaverili.
Viene voglia anche a voi di mezze maniche?
E perché non farle con il cavolo?


Ingredienti per 4 persone:
- 1 cipollotto;
- 1 spicchio d'aglio (se vi piace);
- 1 peperoncino piccante (se vi piace);
- 1 cavolo o broccolo romanesco;
- pomodori pelati (400 gr circa);
- 5 filetti d'acciuga sott'olio (se non siete vegani);
- mezze maniche a piacere
- 5 cucchiai di pan grattato.
- olio d'oliva,
- sale e pepe q.b.
- pecorino o ricotta salata grattugiata

Occorrente:
    Per questa ricetta avete bisogno di una padella capiente dove cuoceremo il sugo, di una piccola padella dove cuocere il pan grattato e di una pentola in cui lessare il broccolo che una volta scolato, cederà il posto alla pasta, senza sostituire l'acqua di cottura.

Tritate finemente il cipollotto.
Ungete il fondo della padella con olio extra vergine d'oliva, senza fare troppa economia.
Unite la cipolla, se vi piace anche l'aglio e il peperoncino.
L'olio extra vergine d'oliva sarà l'unico alimento grasso di questa ricetta,
perciò essendo di derivazione vegetale non siate parsimoniosi.
  La cipolla, cuocendo cederà i suoi umori con l'aiuto di un pizzico di sale.
Quando saranno evaporati, ultimate la cottura a fiamma bassissima (usate il fornellino del caffè) aggiungendo un mestolino di acqua bollente.
Abbiate pazienza con la cipolla: per la giusta cottura ci vogliono tra i 20 e i 40 minuti e solo così il suo sapore non prevaricherà gli altri e risulterà digeribile.


 
 In una pentola alta e capiente, fate bollire l'acqua con una manciata di sale.
Non appena l'acqua bolle, mettete il broccolo romano a cuocere.
Si possono utilizzare anche il cavolo siciliano o il cavolo nero.
Il cavolo completa la cottura in 7-8 minuti.
Dovendolo saltare con cipolla e pomodoro e infine con la pasta, possiamo scolarlo già dopo 5 minuti.
    Tagliate le cimette del cavolo più o meno della stessa misura per ottenere una cottura omogenea.
Mentre il cavolo bolle, ultimate la cottura della cipolla e unitevi i filetti d'acciuga.
Dopo 5 minuti scolatele il cavolo, unitelo e stufatelo per qualche minuto nella cipolla.

 
Dopo aver saltato il cavolo, quando vedrete l'olio sfrigolare sul fondo della padella, unite il pomodoro.
I filetti d'acciuga si saranno disfatti nell'olio caldo cedendo tutta la loro sapidità,
 dunque non ci sarà bisogno di aggiungere sale.
Io ho usato dei pomodori pelati di produzione domestica, tipo San Marzano dal raccolto dello scorso agosto.
    Si possono usare pomodorini tipo pachino o datterini in concassé oppure in semplice dadolata.
Fate cuocere unendo due mestoli di acqua di cottura dei cavoli.
Nell' acqua bollente dei cavoli buttate la pasta.



    In una padella piccola unta di olio intanto, versate il pan grattato con un pizzico di sale, pepe o peperoncino.
Fate tostare il pan grattato finché non assumerà un bel colore brunito.
    Il pan grattato, in base alla ricetta, può essere aromatizzato con finocchio selvatico, rosmarino, aglio o prezzemolo e darà al vostro piatto una consistenza piacevolmente ruvida e croccante e quella spinta di sapore rustico di un tempo.
    La "mollicata" infatti è un antico espediente della cucina meridionale per insaporire i piatti con del semplice pane avanzato, specie quando non vi era disponibilità di formaggio da grattugiare.


 
La pasta è pronta da scolare.
Il pomodoro è cotto e tutti gli ingredienti in padella si sono coniugati in un matrimonio d'amore.
Saltate la pasta sulla fiamma viva e preparatevi alla degustazione.
Gli aromi di cipollotto, alici e peperoncino sono un letto su cui giacciono pomodori e broccoli insieme ad una languida pasta fumante.
     Impiattate terminando il piatto con un paio di generose cucchiaiate di mollica fritta.
E se vi piace del formaggio pecorino stagionato o ricotta salata infornata.



E buon appetito! 



lunedì 1 febbraio 2016

Il buio oltre il web...Parte II

AVVERTENZE!!!
Questo post potrebbe condurvi a siti con immagini cruente e a video il cui contenuto scioccante e disturbante
 è tuttavia accessibile facilmente a tutti voi con pochi click. 
Sarà dunque solo la vostra curiosità a  completare il brivido nascosto nella parte oscura del web. 
Ma se siete giunti fin qui, avrete già letto la Parte I

Gli androidi sognano pecore elettriche?

    Non risolveremo mai questo arcano di Philip K. Dick nemmeno dopo aver visto mille volte Blade Runner ma scommetto che molti di voi hanno paura dei manichini.
    Ve lo devo confessare...
Ho una fifa blu dei manichini, specie se gli manca un pezzo.
Rabbrividisco di fronte a quelle mani indefinite, quegli occhi vacui, quella fissità che una volta da bambino, ci potrei giurare, almeno per un istante non è stata così fissa...
    L' Automatonofobia è la paura ingiustificata di oggetti antropomorfi e può manifestarsi nelle sue varianti di sindrome di Firenze o di Stendhal se ci si trova di fronte ad opere d'arte o come sindrome di Gerusalemme se si manifesta di fronte all'arte sacra.
    Se avete di questi sentimenti, non continuate.  
Potreste essere spinti dalla vostra curiosità e andare al di là di un limite che non riuscireste a sopportare.
Oppure andiamo per gradi.

Piccole e continue scariche di adrenalina renderanno tutto più sopportabile.
Blade Runner, di Ridley Scott, 1982. Soggetto di Philip K. Dick, ispirato al racconto del 1979 di William S. Burroughs
     There is nothing o Dining room, è un video di appena un minuto.
Un primo piano su una donna bianchissima, seduta immobile al tavolo da pranzo, risalente al 2006.
Il video è in loop e la parte iniziale gira al contrario.
Alla fine del video, la donna finisce con la testa nel piatto, dopo aver detto con voce metallica "There is nothing". 
E' una donna vera? Un automa? E' viva o morta? Che significa tutto questo?
Alla rete è bastato solo un minuto di girato per tessere storie al limite dell'inverosimile, scaturite a seguito di milioni di click su youtube, commenti e discussioni nei forum e nelle chat.
    In realtà si tratta di un video sperimentale di David B. Earle, un professionista della comunicazione, direttore artistico e copywriter che si è detto divertito dalle teorie di cospirazione e ai "significati nascosti" che hanno fatto da contorno al suo inquietante filmato. "Quando ne ho l'opportunità, ho i soldi, una troupe di talento e una buona idea- dichiara Earle nel suo sito- mi piace fare dei piccoli film sperimentali. Molti di questi sono di un genere che persino a me da fastidio guardare- ammette Earle, tuttavia ogni tanto i miei film riscuotono larghi consensi". E come dargli torto?

    I feel fantastic o Tara the Android sposta il nonsense su un livello più alto.
E alimenta il fenomeno delle Creepypasta, le leggende metropolitane della rete, nate con il solo scopo di generare paura e disagio. Non a caso, il canale del video si chiama creepyblog, dove leggiamo molti dettagli. L'autore dell'automa che canta con voce metallica "I feel fantastic! Hey! Hey! Hey! si rifà al mito di Pigmalione, lo scultore greco che chiese ad Afrodite di tramutare in carne la statua di cui si era innamorato.
    In rete però si parla subito di follia omicida: il video è stato girato da un killer che si è pentito e ha costruito un simulacro della sua vittima, sepolta nel giardino inquadrato alla fine.
    Tara the Android in tutta onestà non si avvicina affatto alla perfezione della Galatea del mito greco, piuttosto sembra un Pinocchio malriuscito che ci viene presentato come un'opera d'arte.
E con pochi click scopriamo la pagina di John Bergeron, progettista e realizzatore dell'automa ma anche compositore e autore delle "musiche", regista e montatore del video, altro che killer!
    Ma che cosa aveva in mente il nostro John?
Forse voleva realizzare la sua donna dei sogni e avviarla alla carriera di pop star.
Immagino che volesse trarre ispirazione dalla modella del film Simone con Al Pacino o dalla splendida Kelly LeBrock del film La donna esplosiva. 
Non si hanno notizie di Tara e di John dal febbraio 2006 e questo non lo sapremo mai... Che peccato!


Weird Science (La donna esplosiva) di John Hughes Usa 1985.

  
Siete ancora lì? E allora andiamo fino in fondo a questa escalation...   
    Shaye Saint John  è senza ombra di dubbio una delle cose più disturbanti e scioccanti che abbia mai avuto occasione di vedere su youtube. Un amico mi aveva fatto sentire un chitarrista che mi era piaciuto molto: "Sai che suona con una maschera sulla faccia?" Mi disse. E tanto è bastato ad accendere la mia curiosità. Mi stava ovviamente parlando di Bucketheadma quando andai sulla rete senza ricordarne il nome e lo cercai come "chitarrista mascherato" incappai nel canale youtube di Shaye e vidi uno dei suoi video.     Come molto spesso accade, alla ricerca di ulteriori informazioni su Shaye, trovai il suo sito e un tremito mi corse lungo la schiena solo a sentire la sua voce nelle cuffie.    
    Leggendo qua e là ho scoperto la classica creepypasta: Shaye era una modella sopravvissuta ad un terribile incidente in cui aveva perso le mani, le gambe ed era rimasta sfigurata in volto. Aveva perciò ricostruito il suo corpo mutilato con parti di manichini recuperati qua e la. Lo choc e i farmaci avevano compromesso anche il suo stato mentale ed emotivo ma non le impedivano di avere uno spazio sulla rete.    
    In realtà dietro a queste produzioni low cost, c'era Eric Fournier, un artista del collettivo California Institute of Abnormalart, già esponente della cultura punk e metal del 1980 dell'area di Bloomington, Indiana. In giovinezza era stato esponente del gruppo The Blood Farmers e degli Skelegore poi si era unito ad un gruppo di arti visive californiano. 
    Fournier è morto il 25 febbraio 2010 all'età di 42 anni a causa dell' alcool.    

In questo momento, se guarderete sulla colonna alla destra di youtube, dopo aver visto un paio dei video che vi ho suggerito, vi accorgerete che la rete ve ne sta consigliando sicuramente di più strani. 

Non li guardate.

Buonanotte e sogni d'oro!

CONTINUA?




It's a wonderful life? Parte terza

Strane coincidenze e la assurda concentrazione di decessi legati al mondo del rock ci fanno scrivere un'altra triste pagina in memoria di un'artista della scena rock anni '60.

Signe Toly Anderson (29 gen. 2016)

    A pochissime ore dal decesso del chitarrista Paul Kantner anche la prima voce femminile dei Jefferson Airplane è morta all'età di 74 anni.
    La Anderson che lasciò il gruppo nel 1966 dopo aver dato alla luce una bambina, ha affiancato Marty Balin nelle incisioni del primo Lp Jefferson Airplane Take off e in una serie di fortunati concerti, l'ultimo dei quali fu al Fillmore di San Francisco nell'ottobre 1966.
    La sera dopo sul palco c'era già Grace Slick. Grazie alla sua presenza scenica e alle sue influenze la band assumerà da quel momento in poi la piega psichedelica e progressive che tutti conosciamo.
Per questi motivi, nel già citato film "Paura e delirio a Las Vegas" nella scena del concerto al Matrix ambientata nel 1965, c'è un errore o blooper: la hit Somebody to love è stata infatti incisa nel 1967, ovvero due anni dopo e con una cantante, un bassista  ed un batterista diversi dalla formazione di quel periodo. Ricostruendo le vicende del gruppo, si può affermare con certezza la data precisa di quella scena del film, ovvero il 13 agosto 1965.

sabato 30 gennaio 2016

It's a wonderful life...reprise

A pochi giorni dalla pubblicazione del primo post "It's a wonderful life"  un triste aggiornamento.

Paul Kantner (28 gen. 2016)
Chitarra ritmica, voce e co-fondatore dei Jefferson Airplane e successivamente dei Jefferson Starship è stato un anarchico e sostenitore della controcultura nata a San Francisco nell'estate del 1967, la famosa "summer of love".
    Si è battuto per anni strenuamente per sostenere la legalizzazione della marijuana: "La cocaina è un fiasco-ha dichiarato in una lunga intervista nel 1986- è una droga tossica che trasforma le persone in cretini."
Ed era contrario anche all'alcool e ai farmaci:" L'alcool è probabilmente la droga peggiore- continuava nell'intervista-verità- e man mano che si invecchia, si comprendono pù cose sulla vita in generale e ci si rende conto che i farmaci non ti aiutano, soprattutto se ne abusi".
    Kantner si batté per la causa delle droghe naturali anche dopo una forte emorraggia cerebrale che lo colpì nell'ottobre del 1980.
Fu il suo secondo "colpo di testa" dopo quello ricevuto in un incidente di moto, 20 anni prima: "Ho preso un albero a 80 km orari e per poco non mi sono staccato la testa- disse scherzando sull'accaduto- "per un periodo ho avuto pure una piastra sul cranio" . Fortunatamente, come costatarono i medici, il foro lasciato da quella piastra abbassò la pressione interna della scatola cranica salvando Kantner per la seconda volta.
    Nel 1969 ebbe una storia d'amore con Grace Slick voce dei Jefferson Airplane da cui nacque China, la figlia della coppia hippie denominata dal Rolling Stone "Jhon e Yoko psichedelici".
    "White rabbit", la canzone manifesto del rock psichedelico pur essendo un bolero, è la perfetta sintesi della filosofia del gruppo.
Potete ascoltarla nel celebre spezzone della vasca da bagno del film "Paura e delirio a Las Vegas".
   Nel film potete ritrovare proprio i Jefferson Airplane al completo che suonano "Somebody to love".
La scena, in cui compare anche l'autore del libro da cui è tratto il film, è ambientata nel 1965 e girata in un locale di San Francisco chiamato Matrix, proprio il locale in cui i Jefferson Airplane fecero il loro esordio in una serata del lontano 1965.

 


venerdì 29 gennaio 2016

Il buio oltre il web... Parte I


AVVERTENZE!!!
Questo post potrebbe condurvi a siti con immagini cruente e a video il cui contenuto scioccante e disturbante
 è tuttavia accessibile facilmente a tutti voi con pochi click. 
Sarà dunque solo la vostra curiosità a  completare il brivido nascosto nella parte oscura del web. 

Rotten, i gatti in bottiglia e la morte online

    Nel 1997 quando avevo la metà dei miei anni, internet non era né veloce né interessante.
Non c'era la musica online, solo stucchevoli file midi e si compravano ancora le audiocassette per posta; online non c'erano i videoclip che andavano sulla "heavy rotation" di Mtv e per fortuna la seconda stagione di X-Files ci dava qualcosa in cui credere su Italia uno.
Il social media che andava forte era "punto.it" una chat tramite il blocco note di word.
E gli sms si pagavano ancora molto cari. 

    Tuttavia a cercare bene online c'era qualcosa di interessante che destava stupore, curiosità e insieme disgusto. 
I suoi aficionados ne andavano fieri e reclutavano nuove schiere di intrepidi navigatori. 
Ciò che tutti noi volevamo guardare e che, dopo averlo visto, almeno la metà non ne avrebbe più voluto sentir neanche parlare, era quel capolavoro di decadenza di Rotten. 
Il sito americano assicura "un archivio di illustrazioni disturbanti" e "pura cattiveria dal 1996".
A completare il quadro, sulla home page troneggia il Tristo Mietitore e un claim promettente: "quando l'inferno sarà pieno, la morte camminerà sulla terra",  preso in prestito da Zombi di George Romero.
E da allora, il sito continua a mantenere le sue promesse con gallerie a dir poco rivoltanti.
Le scene più soft riguardano gli arresti delle celebrità.
Poi si passa a quelle dei cadaveri eccellenti, come quello della Black Dahlia.
E l'escalation va fino agli orrori medici, amputazioni, esumazioni e disastri vari, il tutto condito da descrizioni ciniche e titoli dall'ironia quasi fuori luogo.
    Cosa rende Rotten davvero interessante, vi starete chiedendo.
Personalmente, la parte migliore è la sezione storica.
E' ricca di elementi fortiani, ovvero di quegli episodi particolari, strani e assurdi come quelli raccolti da Charles Fort ne "Il libro dei Dannati" edito per la prima volta nel 1919.
Fort è stato uno dei pionieri delle pseudoscienze, gli studi sui fenomeni paranormali, inconsueti e apparentemente inspiegabili come le piogge di rane, strane creature volanti, coincidenze, poltergeist, oopart e tutto ciò che sfugge al controllo della "scienza ortodossa e convenzionale" 
Ad esempio nella "Today in Rotten history", aggiornata periodicamente, si può risalire alle "storie marce" dal passato, quali l'auto-amputazione dell'orecchio sinistro di Van Gogh e le sue conseguenze.
Gustoso, vero?

    Più o meno dello stesso periodo la storia dei Bonsai Kitten.
Un sito ancora oggi attivo e rivelatosi poi una bufala architettata da un gruppo di studenti del Mit, prometteva di recapitare in tutto il mondo un gattino imbottigliato e cresciuto con un processo simile a quello delle piante miniaturizzate in vaso secondo le usanze orientali.
La notizia, prima di essere smascherata, rimbalzò su riviste e giornali e scatenò le ire degli animalisti.
Tutto questo durò delle settimane e strano a dirsi, posso giurare che più di qualcuno di mia conoscenza avrebbe pagato qualunque cifra pur di avere il suo gattino sotto vetro.

   In apertura vi ho parlato di audiocassette, ma chi di voi non ricorda le videocassette e le videocamere formato Vhs? Il formato Vhs, ormai in disuso dal 1999, oltre ad essere ricordato insieme al floppy disc come il supporto magnetico più brutto mai realizzato, mi riporta alla mente la vicenda di Ricardo Lopez, lo stalker di Bjork. 
Il triste epilogo di questa vicenda risalente al settembre 1996, insieme allo sventato tentativo di omicidio della cantante è il suicidio di Lopez, pubblicato in integrale e senza alcuna censura. Si può trovare online insieme ai farneticanti spezzoni dei suoi video diari, registrati in vhs e chissà per quale meccanismo passati dalle mani di Scotland Yard e l'Fbi a quelle di milioni di utenti di youtube.
    Per concludere in bellezza e sempre in tema funerario, puoi votare il tuo morto preferito nel sito Il morto del mese, dove trapassati celebri e defunti Vip si sfidano a colpi di clic per continuare la loro celebrità anche dopo il passaggio allo stato orizzontale perenne.
Cinismo, sarcasmo e cattivo gusto imperano ma aiutano a sdrammatizzare. Interessanti le sezioni dedicate a miss e mister morto, la sezione mortorio in continuo aggiornamento e l'esclusivo club Unione amici della morte.